Friedrichstadt Palace

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VIVERE A BERLINO EST PRIMA DELLA CADUTA DEL MURO

Gianni Santucci ci racconta la sua esperienza di vita e di lavoro a Berlino Est prima della caduta del Muro e le sue impressioni sulle due Berlino dell’epoca.

Gianni è un coreografo e regista dal curriculum impressionante, ha lavorato e lavora sia per il teatro che per la televisione e il cinema, collaborando con tantissimi nomi della cultura fra cui Garinei e Giovannini, Roberto Beningni, Gigi Proietti, Woody Allen, Nanni Moretti, Werner Herzog e la lista prosegue copiosa! Impossibile elencare tutte le produzioni teatrali, cinematografiche e televisive a cui Gianni ha lavorato. Alcune sue coreografie le potete vedere qui.

Gianni Santucci

Gianni Santucci

LA NOSTRA INTERVISTA A GIANNI SANTUCCI

– La tua esperienza è davvero inusuale, un italiano a Berlino Est ai tempi del Muro. In che anno ci sei andato e per quale motivo?

Ho iniziato a “visitare” Berlino nel Settembre 1989 a causa di un progetto italo tedesco di uno spettacolo/rivista al Friedrischstadt Palast Berlin. Il direttore del teatro era un americano che, avendo visto alcuni spettacoli di Gino Landi (noto regista e coreografo italiano), gli aveva proposto una collaborazione per una nuova produzione che si sarebbe dovuta chiamare “Cinema”. Essendo assistente di Landi, parlando inglese, e una naturale predisposizione per l’estero, questi mi offrì di assisterlo per la produzione.
Il direttore, in quegli anni di cambiamento, venne però sostituito con un tedesco che faceva parte della DDR e quindi, dopo molte riunioni, prove con i danzatori e molti viaggi, il progetto venne tagliato e rinviato.

– Avendo avuto la possibilità di vivere in quella che era la Berlino capitale della DDR e la Berlino Ovest, che impressione hai avuto della vita a Est?

Quando arrivai insieme alla produzione italiana a Berlino, ci consigliarono di prendere i mezzi pubblici per muoversi a soprattutto a causa dei “confini”. Passammo con la S-Bahn la Porta di Brandeburgo e arrivammo a Unter den Linden, dove dovemmo scendere e fare il Checkpoint Charlie per poi risalire in un altro treno per una fermata fino a Friedrichstrasse, ove si trovavano albergo e teatro. Fu uno shock culturale passare da una città in tutto e per tutto occidentale, a quella che era una grigia capitale dell’Est.
Berlino a quei tempi era una città da scoprire. Vivissima e culturalmente desiderosa di aperture. I giovani si ritrovavano in dei club underground, dove si suonava del jazz durissimo o musica rock e punk, simili alle nostre “cantine” degli anni  ’70.
In teatro nessuno, o quasi, sembrava parlare inglese o altra lingua diversa dal russo, ma in effetti la maggioranza parlavano un inglese sicuramente migliore del mio, solo che non volevano prendere la parola, o esporsi più di tanto.
I giovani erano sessualmente molto più emancipati di noi e la nudità non era un tabù. Ricordo che andavo in seguito in quella che era l’ex ambasciata russa in Unter del Linden dove si trovava una sauna con piscina bellissima ove normalmente uomini e donne circolavano nudi e gli spogliatoi come tutto il resto erano in comune.
La città, nel lato Est era comunque ricchissima di cultura. A parte il teatro dove lavoravo io, c’erano in Friedrichstrasse molti altri teatri tra cui il teatro di Brecht. Poco distante la Staatsoper, e la Komische Oper, teatri ove si producono opere e balletti.

Berliner Ensemble

Berliner Ensemble

– Hai qualche episodio particolare che ti va di raccontare della tue esperienza a Berlino Est?

In effetti andando e venendo dall’Italia, mi sono perso i giorni della caduta del Muro e passare, in seguito, con la S-bahn direttamente senza dover scendere e fare il Check Point, è stato emozionante.
Dopo un breve periodo, il teatro mi dette un appartamento in pieno Est. Mi ricordo che dovev, o all’uscita della metropolitana, passare un ponte ove vi era un’iscrizione davanti alla quale ho pianto più volte. Purtroppo non ricordo i nomi delle strade e del ponte (forse alt Friedrichfelde o Lichtenberg), ma sottostante c’era una stazione dalla quale erano partiti i treni della deportazione nazista.

Brandenburger Tor 1989@Dr. Alexander Mayer

Brandenburger Tor 1989@Dr. Alexander Mayer

– Come vedevi invece Berlino Ovest all’epoca?

Berlino Ovest era una vetrina continua. Bellissima, piena di vita e di cose da vedere. Negozi pieni e movimento fino all’alba. Essendo legato al teatro, andavo spesso alla Deutsche Oper dove danzavano dei ballerini che conoscevo. Per dare però un’idea della diversità, vi dico che uno di questi, francese di nascita, che viveva a Berlino da 7 anni, ancora non aveva imparato il tedesco. In teatro si parlava inglese e per strada tutti rispondevano con semplicità se gli parlavi in inglese. Non ne aveva bisogno, era totalmente autosufficiente.

Vicino al Reichstag@Superikonoskop

Vicino al Reichstag@Superikonoskop

– Hai ricordi della caduta del Muro?

Come ho già accennato, non ero lì in quei giorni, ma già precedentemente si avvertiva che qualcosa di epocale stava per succedere.  Dopo le prime brecce, però, il muro era ancora lì e la gente, i giovani, facevano gara per salirci sopra o per smantellarne un pezzo ricordo.
Gli anziani però camminavano e si fermavano spesso nella “terra di nessuno” forse in ricordo delle loro case o dei loro cari abbattuti dalla follia umana.

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