VIVERE A BERLINO OVEST: LA CAPITALE RACCONTATA DAGLI ABITANTI

Imparare a conoscere Berlino attraverso le testimonianze dei berlinesi di nascita o d’adozione, quelli che hanno vissuto in questa città i passaggi storici e i frenetici cambiamenti che la rendono così particolare ed affascinante tanto da essere una delle mete preferite dei turisti e di chi la sceglie come nuova residenza.

Oranienstrasse via principale di Kreuzberg 36

Gabi, originaria della Baviera, si è trasferita a Berlino giovanissima negli anni ’80, di professione falegname, ha aperto cinque anni fa con delle amiche il bar Marianne nel cuore di Kreuzberg 36. In questa intervista ci racconta come veniva pereipito il Muro dalla parte ovest, degli anni d’oro che hanno regalato a Kreuzberg il mito di cui anche oggi gode e cosa è cambiato dalla caduta del Muro.

BERLINO RACCONTATA DAI BERLINESI: INTERVISTA A GABI

– Come era per te vivere a Berlino Ovest delimitata dal Muro?

Berlino con il Muro era, da un lato, inquietante. Si aveva l’impressione di essere imprigionati con gli occupanti alle spalle. Dall’alto lato sembrava di vivere in un’isola, in cui erano permesse molte cose che nel resto della Germania dell’Ovest non erano possibili. Il servizio militare non era obbligatorio per gli uomini e in generale a Berlino ci si sentiva più liberi, per esempio anche riguardo all’omosessualità.

– Negli anni ’80 hai vissuto a Kreuzberg, famosa per il movimento delle case occupate, l’ambiente alternativo e così via. Come era l’atmosfera all’epoca?

Tommy Weisbecker Haus, una delle tante case occupate a Kreuzberg agli inizi degli anni '80

In confronto ad oggi, Kreuzberg era meno animato ma in un certo senso più rumoroso. Si sentiva musica proveniente dagli appartamenti, si poteva essere più rumorosi sia fuori che dentro i Kneipen (i bar serali) e nessuno si lamentava.

Quindi come ho già detto, si aveva una sensazione di libertà. Si aveva, pero’, anche l’impressione di essere vessati dallo “stato di polizia”, c‘era apprensione, catastrofi provocate dall’inquinamento, ad esempio, la distruzione delle foreste, i fiumi e i laghi morenti. Poi arrivò anche la “Neue Deutsche Welle” (la nuova ondata di musica tedesca fra punk e new wave).

 – Nel 1985 ti sei trasferita in Australia e sei tornata a Berlino diversi anni fa, nel frattempo molte cose sono accadute. Come è cambiata Berlino secondo te?

La città è diventata più aperta, la “Wende” (il periodo di cambiamento iniziato subito dopo la caduta del Muro) ha aperto Berlino. In generale trovo che Berlino sia diventata più interessante.

Tuttavia devo dire che lo sviluppo di Berlino negli ultimi anni non mi piace molto, in particolare qui nel quartiere di Kreuzberg gli affitti sono cresciuti enormemente e l’ambiente alternativo, che ha reso una parte del quartiere così interessante, viene spinto fuori, perché la maggior parte non può più permettersi di pagare questi affitti.

– Qualche anno fa hai aperto, insieme ad altre amiche, il bar Marianne che si trova nell’area del famoso Schokofabrik. Come sei arrivata all’idea di aprire un Kneipe ed è una coincidenza che sia proprio nello Schokofabrik?

L’idea di aprire un Kneipe è arrivata quasi casualmente. Il locale era libero e alcune delle mie allora coinquiline ebbero questa idea. Le donne che gestiscono la struttura Schokofabrik (luogo per progetti fatti da donne e destinati alle donne e per viverci perché ci sono appartamenti. In questa struttura si trova anche il primo bagno turco per sole donne di Belino) erano contente che fossero delle  donne ad affittare il locale.

– “Multikulti” (abbreviazione per multiculturale): Kreuzberg è davvero così “Multikulti”?

In confronto ad altre parti della città, certo, Kreuzberg è più multiculturale, perché qui vivono più persone originarie di altri paesi, purtroppo la tendenza anche qui va verso uno “Yuppiekulti” (gioco di parole per indicare che Kreuzberg sta diventando sempre più yuppie).

Aggiornamento 2021: il Bar Marianne ha cessato l’attivita’ qualche anno fa.

Il locale ha riaperto nel 2018 sotto il nome OYA ed e’ gestito da un collettivo queer-femminista.

Informazioni su Schokofabrik

 Visite guidate a Kreuzberg 36 

Qui trovate altri berlinesi che ci raccontano della loro città:

Sono cresciuta nella DDR” – intervista con Peggy

Kreuzberg raccontata da Wolfgang Müller

 

Lascia un commento





sette − due =